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Gender Fluidity e moda: l’aspirazione a un guardaroba universale

Gender Fluidity: si è silenziosamente fatta strada nelle collezioni di tutto il mondo ed oggi è più consolidata che mai nel fashion system.

Gender Fluidity: uno dei fenomeni più in voga del momento.

Femmina e maschio. Rosa e blu. Gonna e pantaloni. Dopo anni di lotte per i diritti prima delle donne, poi della comunità LGBT e infine per tutte le persone che non si identificano né nel genere maschile né in quello femminile, la distinzione sembra un concetto antiquato e anacronistico.

Ed è così anche nel mondo della moda, dove il confine tra il guardaroba maschile e quello femminile è sempre più sottile, a tratti indistinguibile.

La delicatissima questione dell’orientamento genderless è presto arrivata sulle passerelle di tutto il mondo. Sia chi crea abiti che chi li indossa sta chiedendo a gran voce di non essere etichettato sulla base di convenzioni sociali che col tempo diventeranno vane.

Gender Fluidity: il significato che assume nella moda

Gender fluidity nella moda, al contrario di quanto si possa pensare, non significa “uomini che si vestono da donna” e viceversa, piuttosto la fine della divisione tra abiti da maschio e abiti da femmina.

Fino a poco tempo fa erano considerati genderless solo i capi da uomo – già negli anni ’50 le donne indossavano giacche e pantaloni – mentre i capi del guardaroba femminile come le gonne e i crop-top sono stati sdoganati solo negli ultimi anni.

Il colosso del fast fashion Zara, nel 2016 aveva presentato la collezione Ungendered, che comprendeva capi assolutamente neutri, fin troppo neutri. Fortunatamente col tempo le collezioni genderless sono diventate sempre più interessanti grazie all’audacia degli stilisti internazionali.

Thom Browne, il designer americano che ha vestito di rosso Cardi B al Met Gala 2019, è un pilastro della moda gender fluid, fondendo capi e tessuti prettamente maschili con quelli femminili. Così sfilano in passerella modelli con minigonne, abiti e scarpe con il tacco alto, mentre le modelle indossano completi sartoriali, cravatte e scarpe oxford.

Gender Fluidity: la collezione dell’Accademia di Belle Arti di Roma

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Ad Altaroma 2019 abbiamo assistito ad un esempio perfetto di gender fluidity nel final work di Chen Lin dell’Accademia di Belle Arti di Roma. La sua collezione “A Teddy Boy” comprende un maxipull rosa a collo alto e un abito da sposa con tanto di velo e bouquet entrambi indossati da un ragazzo. Anche nelle collezioni delle nuove leve del mondo della moda, sta diventando sempre più rara l’espressione esclusivamente binaria del gender.

La gender fluidity nella moda va ben oltre il capo unisex, si tratta di dare libero sfogo alla creatività e allo stile di ognuno a prescindere da sesso e genere. Per la fashion industry, creare interi outfit neutri è la nuova frontiera della libertà: la rottura di confini sociali passa anche dall’abito che si indossa.

 

Sara Profeti

Istituto Modartech di Pontedera (PI)

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