Il gruppo francese del lusso progetta un laboratorio nel Paese asiatico e si impegna nel migliorare le condizioni di lavoro nella sua supply chain.
Francois-Henri-Pinault, Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Kering dal 2005, ha dichiarato di voler migliorare tracciabilità e condizioni di lavoro nella sua supply chain, progettando un proprio laboratorio di embroidery in India.
Il Paese asiatico rappresenta l’eccellenza del ricamo a mano, grazie ai suoi artigiani e alla sua tradizione antica e resistente. Il know-how indiano, infatti, rappresenta per la maggior parte dei brand di lusso “mani fidate” alle quali commissionare numerosi lavori.
Purtroppo, l’industria indiana si trova a fronteggiare quotidianamente problemi quali condizioni di lavoro difficoltose, salari miseri e misure di sicurezza ed igienico-sanitarie inadeguate. “Sono stati fatti progressi significativi, ma a un ritmo troppo lento”, ha dichiarato il gruppo.
Il progetto dell’azienda quindi è riuscire a ridurre alcuni di questi problemi tramite la progettazione di una struttura in grado di soddisfare parte delle richieste provenienti da alcuni brand come Gucci, Bottega Veneta e Alexander McQueen.
“Lo scopo non è coprire il 100% dei lavori di ricamo di cui necessita Kering, ma fornire informazioni dirette e concrete sul ricamo a mano sia da una prospettiva di business sia tecnica, ed essere così in grado di collaborare meglio con fornitori esterni considerando le condizioni di lavoro, le paghe, i prezzi e gli impegni contrattuali”, ha dichiarato il gruppo.
Kering aiuta anche l’Italia
Questa è soltanto una delle iniziative lanciate da Kering. In un momento storico delicato come questo che stiamo vivendo, in cui l’Italia lotta contro il COVID-19, il gruppo francese e tutti i suoi marchi sono scesi in campo per far fronte alla diffusione dell’epidemia sul territorio nazionale. Kering dona infatti 2 milioni di euro all’Italia, che riveste un ruolo chiave per il gigante del lusso.
Donazioni che provengono da griffe come Saint Laurent, Balenciaga, Brioni, Pomellato, Alexander McQueen, Dolce&Gabbana, Giorgio Armani e Bulgari, per riportarne qualcuna.
Un contributo importante, destinato alle organizzazioni sanitarie del Paese. La moda diventa team e portavoce di un messaggio di unione, solidarietà, sostegno.
Carlotta Barresi (Accademia del Lusso)