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L’era dei soft boys

Harry Styles e Timothée Chalamet, ma non solo: alla scoperta dei nuovi modelli genderless che contrastano gli stereotipi della mascolinità tossica.

Checché ne dicano gli haircut dello stile spinto di G-Eazy o del profilo maledetto Johnny Depp, i bravi ragazzi piacciono. Resta indiscutibile il fascino che i bad boys hanno esercitato su intere generazioni, eppure, ad oggi, la controparte soft si sta ritagliando uno spazio di sostenitori niente male. Non si sa ancora se possano essere l’antidoto per abbattere l’imperante calamità della mascolinità tossica, ma sembra certamente siano in grado di contrastarla in maniera interessante. E la moda, come sempre, è la madre di tutti i cambiamenti, in campo estetico, ma anche sociale.

È stato proprio il fashion system a dare voce a questi giovani dall’allure soft e incantevole, scevra da quegli stereotipi marcatamente mascolini.

I soft boys indossano gioielli femminili, cardigan morbidi e adorano le tinte pastello. A prescindere dai tratti e dalle silhouette più o meno efebiche – caratteri condivisi con la subcultura degli e-boy –, è soprattutto l’attitude da bravi ragazzi a conferire loro tanto successo. Grazie alle migliaia di visualizzazioni conquistate sui social (soprattutto Next Generation). Il caso dei soft boys è inevitabilmente sobbalzato all’attenzione dei trend hunters, complice anche l’estetica genderless suggerita dalle boy band K-Pop. Tra gli iniziatori della nuova visione, fanno scuola Harry Styles e Timothée Chalamet.

 

Harry Styles

Il cantante britannico attinge da sempre al womenswear per dare vita a look unici e personali. L’abbiamo visto con pantaloni a vita alta, gonne, Mary Jane ai piedi, smalto colorato e l’immancabile collana di perle. Non stupisce dunque che il noto brand ambassador di Gucci sarà il prossimo volto della copertina di Vogue America.

 

Timothée Chalamet

Non ha bisogno di presentazioni l’attore americano divenuto celebre per il ruolo di Elio in Call me by your name. Amato da tutti anche in Little Women, il giovane soft boy si è fatto notare al di fuori del set per i suoi look freschi, essenziali e di grande impatto visivo. Non è un caso infatti che persino British GQ lo annoveri nella lista dei 50 uomini best-dressed men.

(Qui una foto che lo ritrae in pantaloni a costine color rosa confetto, braccialetti e un messy hairstyle naturalissimo).

 

Se poi i soft boys avvistati lungo le passerelle di Celine, Dior e Gucci non dovessero bastare, c’è tutta una nuova generazione di influencer armata di colori pastello e buone maniere, pronta a riscrivere i canoni della mascolinità.

 

Bernardo Savastano – Università degli studi Roma Tor Vergata

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