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Addio allo streetwear nel 2020, benvenuto vintage

Felpe oversize e sneakers si fanno da parte per far posto a capi vintage: una nuova moda di cui sentiremo parlare.

Cosa ci riserverà il 2020? L’età dell’oro dello streetwear è finita, e il futuro sarà tutto del vintage. Un ritorno al passato per prevenire inutili sprechi, cercare di creare un universo che metta d’accordo le tasche di tutti, e che abbia soprattutto un impatto positivo sull’ambiente.

Ad affermarlo è Virgil Abloh, designer di Off-White, creative director della linea uomo di Louis Vuitton e vero e proprio iniziatore – insieme ad altre icone come Demna Gvasalia, Gosha Rubchinskiy e Heron Preston – dello stile street diventato un cult a tutti gli effetti, in particolare tra i millennials.
Il designer di Chicago è anche ideatore delle collaborazioni più fortunate degli ultimi anni, andate a ruba sul mercato in tempi da record, complice il desiderio di avere quell’ abito o quel paio di scarpe che subito diventa uno status symbol: basta ricordare le collaborazioni Off-White x Nike, Off-White x Jordan o l’ultima, Virgil Abloh x Ikea.

Dallo stile di strada al recupero del vintage

Items venduti in un batter d’occhio, a testimoniare quanto questa era abbia coinvolto tutti, anche i più scettici. La moda streetwear ha interessato particolarmente i grandi marchi, che in questi anni si sono adattati al cambiamento portando in passerella piumini, tute e sneakers (basti pensare alle Flashtrek di Gucci), abbandonando forme aggraziate e discostandosi sempre di più dal loro DNA.
Sembra un ossimoro, dunque, che sia proprio Abloh ad ammettere la fine di questo fortunato periodo. Il designer ha detto a Dazed: “Direi che lo streetwear sta per morire. Il suo tempo sta per scadere. Se ci penso, mi chiedo quante t-shirt, quante felpe e quante sneakers possiamo ancora avere? Credo che la moda si allontanerà dal concetto di comprare qualcosa di nuovo, preferendo una sorta di ritorno nei propri archivi.”

La sua previsione potrebbe essere giusta. In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale, immettere sul mercato nuovi prodotti che vanno ad aumentare l’hype dello streetwear attraverso collaborazioni e capsule, non giova di certo al pianeta. Sembra più sensato fare scelte etiche legate al recupero del vintage, ma forse il futuro potrebbe sorprenderci. Come? Creando un dualismo tra vintage e streetwear, in cui le due culture si influenzino a vicenda dando vita ad un nuovo modo di concepire la moda. Certamente questa nuova idea di fashion potrebbe dare l’opportunità di ritrovare una personalità stilistica (che sembrerebbe essere stata dimenticata), senza seguire tendenze che spesso tendono ad annullare l’ identità del singolo.

Gaia Esposito (Accademia di Belle Arti di Roma)

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